Affrontare la malattia di mio padre

Giuseppe, volevo ringraziarti per la intensa ed utile esperienza che mi hai fatto vivere nel seminario ( ... ) Vorrei dare un contributo ( … )

L'esperienza è stata profonda, sconvolgente, durissima (interiormente parlando) ma bellissima e in seguito liberante. Non sapevo assolutamente di che si trattasse ed ero arrivata con l'idea di mettermi in gioco e quindi partecipare come protagonista anche se non sapevo di preciso che cosa avrei rappresentato. Qualche problema di relazione familiare soprattutto con mia madre c'era e c'è sempre stato quindi in qualche modo puntavo sul risolvere qualcosa di me inerente a questo. Non mi sono buttata subito nell'esperienza ma prudentemente prima ho guardato, partecipato come attrice agli psicodrammi(*) degli altri, cercando di capire più o meno, ma forse più meno che più.

L'intensità del clima che si realizzava ogni volta che iniziava una "storia familiare" era incredibile per la concentrazione, la forza che imponeva, l'esclusione da tutto il resto del contesto. Si era tutti impegnati a....vivere, sentire emozioni senza usare apparentemente l'uso della ragione, senza valutazioni... si guardava o si partecipava stando lì ma non essendoci, ci muovevamo nella stanza spinti da qualcosa che non si capiva... Non che fossimo automi o ipnotizzati ma certamente usando "la mente" in modo completamente diverso dall'ordinario.

Il dolore che si viveva nel vedere la nostra ed altrui sofferenza era enorme ed acuto come se fossimo lì in quell'attimo a vivere la situazione nel presente e non fosse già "passato", la pseudo-leggerezza che ci riportava alla realtà nel capire che il nodo che ci teneva avviluppati a comportamenti e pensieri si stava sciogliendo, anche quella era  forte e grande.

La notte dopo la prima giornata è stata ricca di sogni ed interruzioni, mi chiedevo dove sarei andata a finire l'indomani, e si insinuava il dubbio che il problema forse non era mia madre ma affrontare il periodo di lunga e pesante malattia di mio padre.

Il pensare agli psicodrammi(*) vissuti e al dolore che accomuna gli esseri umani quando si sentono esclusi, vivono l'abbandono, non si sentono amati, riconosciuti diveniva ancora più grande pensando a quanto viviamo senza vederci, senza incontrarci, dirci veramente quello che proviamo gli uni verso gli altri nonostante nella vita si cerchi di amare, di riconoscerci, di ringraziarci. Un dolore comune, nel mio caso, direi anche di genere considerando che eravamo tutte donne eccetto un uomo. E dunque una profonda tristezza mi pervadeva.

Quando poi ho vissuto la mia "storia" le cose sono cambiate perchè ho capito che attraverso questo passaggio doloroso di vissuto di abbandono e successiva riconciliazione, nel mio caso con un padre malato che sentivo mi aveva lasciato troppo presto,  avevo guadagnato la capacità di accettare la mia esperienza di vita seppur difficile, di riprendere una forza vitale che tenevo repressa per contenere il dolore di quella perdita.

Ho capito l'intensità dell'amore, del legame profondo che c'era tra me e lui, che sapevo esistere, ma che non riuscivo a portare a "galla" come lo è stato in questa esperienza. Ho rivisito le dinamiche relazionali della mia famiglia rappresentate così perfettamente dagli attori, da rimanere di "stucco" per quanto erano vere, nonostante avessi scelto tutte persone che non conoscevano la mia famiglia.

Ero io con la mente che guidavo la scena? da dove venivano le varie esigenze di movimento? le poche parole che pronunciavano, così precise da meravigliarmi? Era sorprendente essere cosciente che tutto quello che vedevo era successo veramente.

Ad un certo punto è stato introdotto da Giuseppe "un segreto", non ho capito come mai. Solo dopo alcuni giorni riflettendo ho pensato che in famiglia di mio padre la bisnonna era morta all'ospedale psichiatrico ed ho pensato a quanto questo vissuto, non detto, abbia pesato sulla discendenza, sulle malattie della discendenza. Quanto questo  abbia influenzato il sentirsi esclusi, abbia indotto il desiderio scappare in mio padre e forse anche in me e come io l'abbia trasmesso inconsciamente ai miei figli.... non rimanete ma andate per il mondo... staccatevi dai legami familiari... non rimanetevi vittime..... dunque un non detto che è stato trasmesso !?!?

I giorni seguenti sono stati dolorosi, silenziosi, riflessivi poi il desiderio di rivedere qualcuno dei partecipanti e condividere di nuovo riflessioni e meraviglie per un'esperienza che dovremmo fare tutti nella vita per ritrovarci, per capirci.

Lo shock è tanto, il risultato immediato... un nodo per volta ci si scioglie per andare verso il futuro più leggeri con meno zavorre legate ad un passato a volte poco chiaro e in qualche modo "non nostro" e recuperare energia e vitalità.

Grazie a Giuseppe, eccezionale nella guida perché ti porta fino a dove puoi sopportare, e ai partecipanti  senza i quali non sarebbe stato possibile fare niente.

(*) = Costellazioni Familiari

autore: 
Luisa

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